Essere mamma

Una volta qualcuno mi ha chiesto cosa significa avere dei figli.

E io mi sono resa conto di averci pensato razionalmente per la prima volta solo allora, per rispondere ad una domanda…quando i miei figli avevano ormai 4 e 7 anni.

Avere figli non significa soltanto non potere più uscire la sera o andare a correre quando ti pare.

Avere figli significa fondamentalmente mettersi continuamente in discussione. Avere un’altra vita che dipende da te ma che devi imparare a crescere in modo che diventi indipendente.

Significa essere pronti a porsi continue domande, ad imparare continuamente, a non dare nulla per assodato. I figli crescono e crescono in fretta e le loro esigenze cambiano continuamente, non esiste un metodo che una volta imparato può essere applicato sempre. A 3 mesi serve una mamma pronta in pappe, pannolini, passeggiate in passeggino, a 17 anni serve una mamma comprensiva, paziente, alla moda, confidente.

Essere genitori significa essere pronti a guardare il mondo da un punto di vista nuovo…anche a tornare un po’ bambini  e riscoprire la bellezza di stupirsi di fronte a cose semplici: una farfalla che vola, un castello di sabbia, una macchina che corre veloce.

I figli sono una responsabilità e un piacere.  La responsabilità deriva ovviamente dal ritrovarsi a dover educare a crescere una vita nuova, anche da questa educazione dipenderà il suo futuro.

Educare non significa soltanto “insegnare”. Io credo che l’insegnamento sia parte delle cose divertenti che i genitori possono fare con i propri figli.

Educare significa invece fornire un modo, un metodo di affrontare la vita. Questo metodo deriva in primo luogo dall’esempio che noi genitori diamo ai nostri figli. Da come noi stessi viviamo e ci comportiamo. Il ripetersi di routine e schemi comportamentali diverrà parte del bagaglio che i nostri figli si porteranno sempre dietro e che loro stessi, anche inconsapevolmente, attueranno e metteranno in pratica come automatismi.

Dalla mia breve esperienza,  credo che la cosa più importante che un genitore possa insegnare al proprio figlio sia l’indipendenza. Con ciò non voglio intendere solo l’indipendenza economica, il “farcela da solo”,  ma molto più radicalmente l’indipendenza di pensiero. Non temere il giudizio degli altri, avere una mente aperta, non considerare le diversità come un pericolo ma come una fonte di insegnamento , essere curiosi del mondo e dei suoi abitanti. Sono tutte caratteristiche che io considero fondamentali per poter apprezzare i lati più belli della vita su questo mondo e per instaurare e mantenere delle buone relazioni con gli altri, e tutte richiedono di base la capacità di pensare con la propria testa, di non farsi trascinare da un pensiero collettivo, di non farsi convincere da poche parole ma cercare di esprimere giudizi e opinioni solo in seguito a ricerche di informazioni fatte personalmente, quando possibile.

Una persona che sa camminare sulle proprie gambe rispetta e stima se stessa, sa amare se stessa ed è pronta e aperta a ricevere e dare amore anche agli altri in maniera serena ed equilibrata.

Questa è la ricerca della felicità e della serenità. Questo è il lato più difficile dell’educazione dei figli, anche perché molte volte implica comportamenti e scelte che possono sembrare irrazionali, non comuni,  anche difficili e dolorose, a volte, e i cui effetti benefici possono non essere evidenti in breve tempo.

Insegnare ai bambini e ai propri figli, invece, delle cose specifiche, è una delle cose più belle e divertenti e soddisfacenti che si possano fare.  A partire dal trasmettere la stessa voglia di conoscere, di imparare, la curiosità per il nuovo, per il mondo, per la conoscenza delle altre persone.

Sin da bambini i nostri figli devono imparare da noi che conoscere e studiare è bello e dà soddisfazione.

Gli strumenti per trasmettere la voglia di imparare e di conoscere possono essere molteplici. Il primo tra tutti credo sia la lettura. Leggere per studiare ma anche solo per viaggiare con la mente, per vivere un’avventura restando seduti nella propria camera. Leggere per sognare. Di questo ho già parlato in un altro articolo.

Un altro strumento è l’osservazione. Osservare stimola la curiosità e la voglia di conoscere come sono fatte le cose, come funzionano. Siano esse oggetti o animali.

Cercare informazioni , su internet, sui libri, sui giornali. Anche solo per rispondere ad un piccolo dubbio o dimenticanza sopravvenuta quasi per caso.

Discutere e parlare, confrontarsi. Aprire la mente a modi diversi di ragionare e di vedere la realtà, conoscere persone diverse che vivono in modi diversi.

Sapere di aver trasmesso qualcosa ai miei figli mi riempie di gioia e di soddisfazione. Rivedere in loro i miei insegnamenti e vedere che ne traggono giovamento mi fa anche sentire felice e appagata, ripagata della fatica fatta nei giorni difficili.

Trasmettere la voglia di imparare e di conoscere , sapere di dar loro la voglia di apprezzare il mondo in cui viviamo e la possibilità di vivere sereni mi fa trovare un senso alla vita.

Un pensiero riguardo “Essere mamma”

  1. Having read this I thought it was really informative. I appreciate you taking the time and energy to put this information together. I once again find myself spending way too much time both reading and commenting. But so what, it was still worth it!

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